Si può ottenere un prestito personale anche con altri finanziamenti in corso? E’ questa la domanda che spesso ci si pone prima o dopo aver sottoscritto un mutuo. La risposta è “sì” e lo strumento più efficace in questo ambito è quello del rifinanziamento. Con il rifinanziamento, infatti, è possibile estinguere uno o più prestiti, richiedendo un nuovo prestito più vantaggioso sia in termini di rata mensile che di tasso di interesse. Vediamo nel dettaglio quando si può rifinanziare un prestito e dopo quanto tempo si può farlo.
Indice
Quando e perché rifinanziare un prestito
Uno dei motivi principale che spinge a chiedere un rifinanziamento del prestito è certamente quello di ottenere una disponibilità immediata di liquidità. Nel caso, quindi, in cui ci si sia già esposti con alcuni istituti di credito avendo acceso mutui o prestiti la prima strada da percorrere è proprio quella di chiedere alle suddette banche un rifinanziamento del prestito in corso. Per rifinanziamento si intende proprio l’accensione di un nuovo finanziamento concesso a chi ha già beneficiato di altri prestiti in precedenza. Questa operazione consente, infatti, al debitore di poter optare per un altro prodotto di credito dalle condizioni contrattuali differenti, scongiurando così possibili casi di insolvenza e sovraindebitamento. Non esiste un momento più opportuno di un altro per chiedere il rifinanziamento: molto dipende dalle proprie esigenze personali; inoltre, è possibile rifinanziare un prestito anche presso un istituto di credito differente da quello della prima sottoscrizione. Qualsiasi banca può procedere al rifinanziamento di un prestito, una volta esaminati i requisiti e i documenti reddituali e anagrafici.
Rinegoziare il prestito: i vantaggi
Rifinanziare un prestito non significa solo richiedere una maggiore liquidità, ma anche modificare la durata del vecchio prestito: prolungando i tempi si potrà cosi dividere il debito residuo su un numero maggiore di rate, abbassando di conseguenza l’importo della rata rispetto alla precedente. In questo caso si parla anche di mutuo consolidamento debiti, formula introdotta dal decreto legge 212/2011 – Disposizioni urgenti sulla crisi da sovraindebitamento.
Non solo. Un grande vantaggio della rinegoziazione del prestito è quello dell’azzeramento dei debiti in essere evitando così di entrare nella lista dei cattivi pagatori. Attraverso il mutuo consolidamento debiti è infatti possibile raccogliere altresì tutti i prestiti in corso (che possono essere due, tre o più a seconda delle condizioni creditizie di erogazione) in un’unica soluzione godendo così di una sola rata mensile più gestibile in termine di costi e organizzazione.
Come fare a rifinanziare il prestito
Il rifinanziamento del prestito è un prestito a tutti gli effetti e quindi le pratiche per richiederlo sono le medesime che occorrono per un finanziamento tradizionale. Occorrerà quindi avere un reddito certo e continuativo che funga da garanzia per l’istituto di credito; l’affidabilità creditizia è, infatti, il primo aspetto che viene valutato quando si parla di rinegoziazione del prestito. Può anche capitare, infatti, che il consolidamento del debito venga rifiutato qualora non si abbiano i requisiti idonei dal punto di vista finanziario. In questo caso si può chiedere un garante e ripetere la procedura per far sì che il consolidamento vada in porto con successo. In linea generale, i richiedenti del rifinanziamento possono essere lavoratori dipendenti, autonomi o pensionati. L’età minima è solitamente di 18 anni, mentre quella massima di 75 anni. Tra i requisiti da rispettare c’è quello della residenza in Italia. Gli extracomunitari dovranno esibire un permesso di soggiorno valido.
Finanziamento rifiutato: quando posso chiederne un altro
Abbiamo appena visto che non sempre il rifinanziamento del prestito va a buon fine, ma che il consolidamento del mutuo, cosi come avviene per un prestito tradizionale, possa essere rifiutato se non sussistono i requisiti necessari alla sua erogazione.
Se il prestito viene negato di norma si viene segnalati al CRIF, perciò il proprio nome viene inserito all’interno delle banche dati dei sistemi di informazioni creditizie (SIC). Attenzione: non si tratta di finire nel registro dei cattivi pagatori, bensì di una semplice registrazione che attesta il rifiuto della richiesta. Di solito questa condizione rimane per circa 30 giorni, dopodiché viene cancellata automaticamente. E’ quindi possibile presentare una nuova richiesta dopo trenta giorni dall’inserimento nelle banche dati del CRIF; ovviamente non esiste alcuna certezza che la seconda richiesta venga accolta e, pertanto, è sempre bene indagare sulle cause del rifiuto prima di procedere con il rinnovo della pratica.
Mutuo consolidamento debiti: gli svantaggi
Prima di rifinanziare i propri prestiti in essere è bene sempre esaminare attentamente la propria situazione poiché non sempre il consolidamento del debito può rappresentare un vantaggio per il contraente. Se ad esempio alcuni prestiti che si vogliono estinguere sono prossimi alla scadenza, con il conseguente pagamento di molti interessi, conviene non inserirli nel conteggio del nuovo mutuo, ma seguire la scadenza naturale del mutuo. In questo modo si evita di trascinare il piccolo debito residuo in una somma più grande in cui si pagherebbero altri interessi.